124 - Se volessi stemperare i toni, potrei paragonare il mio organismo ad un flipper: più le varie parti della mia totalità psico-fisica seguono, armoniosamente, i sentieri proposti dalla buona volontà e dal buon senso e più punti si totalizzano. Così come la pallina in acciaio sfreccia velocissima tra rampe e corridoi nascosti, così l'energia vitale schizza da un estremo all'altro del corpo e diventa il combustibile essenziali per le azioni. Sta a me indirizzare le varie scelte e le valutazioni verso risultati nobili, piuttosto che per scopi egoistici, consapevole che ogni singolo secondo custodisce la possibilità dell'errore; ogni singolo, semplice attimo può diventare trappola, tranello, inganno, sconfitta, disfatta.
Così come un giocatore di flipper si diverte ad evitare che la pallina cada nel ventre del marchingegno, io mi diverto a resistere alle varie pulsioni negative, solleticate ad arte nel tentativo di influenzare la mia condotta. Da una parte ciò che vorrei fare ed essere, dall'altra un branco di appetiti insaziabili che reclamano in continuazione la massima attenzione, la priorità assoluta su tutto il resto. Fomentati, irrobustiti, allevati con perizia.
Sembra quasi che esistano delle tecniche, la sintesi perfetta tra condizionamento di tipo chimico e condizionamento comportamentale, per mantenere in perenne stato di allerta la truppa di bisogni che ci trasciniamo dietro. Il sollievo, che oserei definire come esistenziale, consiste nel placare quel fuoco che tutto ingoia e distrugge. La soddisfazione che ricaviamo è temporanea; il suo essere estremamente limitata nel tempo non fa altro che cronicizzare la nostra condizione di dipendenza. Oscilliamo come pendoli, a cadenze regolari, tra uno stato di profonda, amarissima mancanza e l'illusione effimera dell'appagamento, che svanisce nel nulla come una bollicina di sapone che esplode non appena raggiunge l'apice del suo splendore.
Come spesso succede nel mondo degli uomini furbi, poi, colui che fornisce l'antidoto è lo stesso che inocula il veleno.
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125 - Devo essere sincero: ho come la sensazione (ma ormai pesa come se si trattasse di una convinzione) che mi sarebbe risultato impossibile arrivare a questo punto del discorso se fossi stato costretto a puntare esclusivamente sulle mie forze.
Da una parte, infatti, è stato necessario iniziare a ripulire il sistema, ma la condizione preliminare, essenziale direi, è accorgersi, individuare le varie macchie e sottoporre a dura analisi le abitudini, considerando che anche e soprattutto le peggiori, le più nefaste, diventano parte di noi: per eliminarle siamo chiamati ad un grande sforzo, che implica il mutilare, con taglio netto e deciso, un segmento vivo della nostra personalità. Il dolore esplode proprio quando cerchiamo di separarcene: ci sembra impossibile vivere senza quell'aspetto specifico che non ci eravamo mai permessi di mettere in discussione.
Occorre poi, cosa tutt'altro che secondaria, una grande determinazione per opporsi, spezzare con le consuetudini ormai radicate nel profondo, come se ci avessero strategicamente lasciati a macerare tra le sozzure, così da poterle assorbire per poi diventare, a nostra volta, veicolo di diffusione e contagio.
Nel mio caso, lo ribadisco, sono risultate fondamentali le varie sostanze psicotrope con cui sono entrato in contatto dai diciotto anni in poi: mi hanno aiutato ad approcciarmi alla mia esistenza da angolazioni completamente differenti rispetto al passato, regalandomi oltretutto un'energia, una fermezza eccezionale con cui impegnarmi in questo estenuante confronto con me stesso.
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126 - Nell'economia di questa lotta, di questa battaglia, le varie sostanze, mi piace rifugiarmi in tale similitudine, assumono le sembianze di una spada e di uno scudo: con il secondo ci si difende dagli assalti del nemico, con la prima si tenta di contrattaccare, di ribattere colpo su colpo.
Siamo animali piuttosto strani: tendiamo, con una semplicità sconcertante, a far degenerare i vari aspetti delle nostre vite. Nutrirsi può diventare un'ossessione compulsiva, ad esempio, così come lo possono diventare i vari sentimenti. Da situazioni neutre creiamo ostacoli insormontabili.
L'uomo conosce ormai da millenni i poteri custoditi da certe piante particolari: queste facevano parte, tra l'altro, di antichissimi processi di guarigione, sia a livello fisico che psicologico.
A causa delle varie politiche di repressione, unite alla nostra tendenza, tutta moderna, a voler privilegiare l'aspetto ludico dell'esistenza a discapito di tutti gli altri, gran parte dei significati associati a quelle pratiche, che prevedevano il consumo delle sostanze in questione, considerate sacre e trattate con grande rispetto e con tutte le precauzioni del caso, sono ormai svanite nel grande dimenticatoio collettivo.
Io credo invece che si possano riscoprire tutti gli effetti che l'alterazione della propria coscienza comporta, con la possibilità, mai così concreta, di poter compilare un elenco dettagliato che comprenda benefici, rischi ed effetti collaterali.
Dipingere un quadro che possa arricchirsi in continuazione e diventare sempre più esaustivo in termini di informazioni utili, a disposizione di tutti coloro che decideranno di intraprendere questo sentiero per l'esplorazione della propria psiche, a caccia delle zone più oscure e remote, o più semplicemente per affrontare con una spinta ulteriore le incertezze e le contingenze del quotidiano.
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127 - In questo senso la mia ricerca è in continuo divenire: si fonda principalmente sull'esperienza diretta, raccolgo i dati sul campo, azzardo le mie valutazioni e le confronto con tutti gli altri studi in cui mi imbatto, ben consapevole di non essere il primo ad occuparmi di simili argomenti.
Forse sento semplicemente il bisogno di poterne parlare apertamente, a testa alta, senza dovermi vergognare, o peggio ancora nascondere o auto-censurarmi. La speranza è che tali pratiche possano tornare ad essere una risorsa per il proprio benessere, nella sua accezione generale, e non solo l'ennesimo passatempo nocivo con cui scartavetriamo il grigio delle ore dalla superficie delle nostre giornate.
Sono questi propositi che mi hanno spinto a buttare giù le righe che seguono, nel tentativo di dare una piega diversa alla questione.
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128 - Ho avuto un saggio delle enormi potenzialità terapeutiche della molecola del THC in uno dei momenti forse più drammatici della mia intera esistenza, a cavallo tra il 2008 e il 2009, durante gli ultimi mesi di vita della mia povera madre, ricoverata a tempo determinato come malata terminale in una struttura ospedaliera, senza più nessuna speranza di guarigione per via delle tante metastasi che ne dilaniavano l'organismo, tra cui una dolorosissima ad una vertebra, derivata da un tumore al seno.
I vantaggi dell'assunzione di questo potentissimo principio attivo, con cui sono entrato in contatto per la prima volta nel dicembre del 2007, furono subito evidentissimi, sia a livello fisico ma soprattutto a livello psicologico. Se da una parte infatti la 'terapia' permetteva di staccare, per diverse ore, da quel blocco di tensione negativa, costante, che irrigidiva il mio organismo in tutte le sue parti, condizionandone l'umore, l'appetito e i cicli di veglia e sonno, dall'altra mi garantiva l'accesso a considerazioni del tutto nuove. Sotto effetto riuscivo ad intendere, peraltro con un altissimo livello di lucidità, la morte come un fatto assolutamente naturale nello spettacolo dell'esistenza. La pace che scaturiva da quelle riflessioni, in stati ordinari l'angoscia diventava un elemento insopprimibile, era un dono assolutamente inatteso che ho cercato di difendere e preservare dagli effetti disgraziati provocati dalla routine, dall'assuefazione e, per quanto possibile, dalla dipendenza.
In seguito ad una vera e propria crisi psicotica, scaturita da un'esperienza particolarmente complicata, per questioni di set e setting, con l'LSD, ma non per questo meno illuminante, ho rimesso in discussione il mio rapporto con le sostanze.
Da quel momento ho cominciato a considerare, con maggiore convinzione, quelle 'sospensioni della mia coscienza ordinaria' come momenti di approfondimento, di esercizio, di auto-analisi.
Parentesi in cui è possibile agire virtuosamente su se stessi, innescando dinamiche positive e costruttive, anziché alimentare vizi e pratiche controproducenti. Il rischio, particolarmente concreto, è di non riuscire a fare più a meno degli effetti positivi; la consolazione però arriva nel momento stesso in cui si riesce a stare completamente alla larga da sostanze e pratiche decisamente più dannose di un mezzo grammo scarso di Marijuana.
Quest'ultima in particolare può essere considerata al pari di una bella ancella che ci accompagna e supporta in tutto e per tutto: può seguirci sia nei bassifondi luridi delle nostre vite, contribuendo ad abbruttirci ulteriormente, ma può anche scortarci nel nostro percorso di crescita, verso il meglio.
Ancora una volta: siamo noi a dirigere le nostre azioni e le nostre energie. Dovremmo semplicemente focalizzare l'attenzione sul modo in cui impegniamo il nostro tempo quando attraversiamo le soglie che ci permettono di sfuggire al peso del consueto.
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129 - Così, all'improvviso, la vita si è trasformata in una questione di altissima responsabilità, sia nei miei confronti, ovviamente, che in rapporto agli altri.
Una volta che poni le regole del gioco non puoi fare altro che cercare di seguirle nella maniera più scrupolosa possibile, tirando fuori tutto il buono di cui sei capace. Le parole di Epiteto, racchiuse in un libricino modesto comprato, in tempi non sospetti in un mercatino natalizio, contribuiscono a fissare meglio i concetti, dando un tocco di pomposa ufficialità al discorso.
Hai ricevuto i principi filosofici che dovevi comprendere, e li hai compresi. Quale maestro aspetti ancora cui affidare la tua correzione morale?
Non sei più un ragazzo, ma un uomo adulto.
Se ora ti comporti con negligenza e trascuratezza, fai un progetto dopo l'altro, e rimandi di giorno in giorno la data in cui ti applichi a te stesso, non ti renderai conto di non aver compiuto alcun progresso, ma finirai col vivere e morire come un uomo comune. A questo punto ritieniti degno di vivere come un uomo adulto e che fa progressi, e tutto ciò che appare il meglio sia per te una legge inviolabile. E se ti si presenza una fatica, un piacere, un onore, o un disonore, ricorda che è ora la lotta e che le Olimpiadi sono davanti a te, che non è più possibile rimandare, e che in una sola giornata e in una sola azione si perde o si salva il progresso morale. È in questo modo che Socrate giunse a essere quello che fu, prestando attenzione tra tutte le cose che incontrava solo alla ragione. Quanto a te, anche se non sei ancora un Socrate, devi però vivere come chi vuole essere Socrate.
Epiteto – Manuale / Consigli per vivere bene