036 - Possiamo paragonare il nostro cervello ad un computer: sin dalla nascita vengono caricati e installati vari pacchetti di informazioni che, al pari dei software per una macchina, ci permettono di svolgere le attività più disparate, da quelle vitali a quelle più tecniche e specialistiche.
Uno dei passi più importanti è rappresentato dalla trasmissione diretta, in genere affidata ai genitori e ai parenti più stretti, che sono, di fatto, i primi artefici per il formarsi della nostra personalità, dei nostri comportamenti e del corredo cognitivo con il quale ci presentiamo ai cancelli delle varie istituzioni, partendo dagli asili nido, passando per le scuole materne (il concetto di materno associato a quello di una struttura mi regala puntualmente un brivido di terrore lungo la schiena) sino a quella primaria. Ci imbattiamo in un esercito di operatori pagati dallo Stato per distribuire ai futuri cittadini le nozioni basilari per orientarsi in un mondo, in una realtà sempre più complessa, che richiede, in continuazione, una serie di competenze particolari.
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037 - Mettiamo al servizio della comunità i nostri neuroni, oltre alle nostre braccia e al nostro tempo e più in generale le nostre energie: ci sottoponiamo al processo di istruzione di massa con il cuore gonfio di speranza, pronti ad ingoiare tutta una serie di aspetti collaterali che in sostanza rappresentano il prezzo da pagare in cambio di un futuro radioso.
A sei anni siamo poco più che teneri fagottini farciti di buoni propositi misti a schegge di utopia; ci distraiamo un attimo e, dopo un sonno leggero e quattro sbadigli, ci troviamo ad essere ragionieri, geometri, periti edili, informatici, educatori pronti, a nostra volta, a dedicarsi agli altri. Ed ancora: avvocati, ingegneri, architetti, psicologi, operatori culturali, esperti di marketing e di pubbliche relazioni. Medici ed operatori socio-sanitari.
Il trucco per stare perfettamente dentro al complesso meccanismo di ingranaggi sembra quello di far coincidere le proprie velleità con il percorso formativo effettivamente intrapreso, anche se certe scelte, vuoi per l'inesperienza, vuoi per tutta una serie di fattori concomitanti, non possono sempre godere di un adeguato livello di consapevolezza.
Le conseguenze si subiscono, passivamente, quando ormai è troppo tardi.
Paradossalmente potrebbe capitare di spendere moltissimo tempo appresso a degli insegnamenti che non metteremo mai in pratica. Ancora, potrebbe accadere di svolgere una mansione, un lavoro in un campo totalmente diverso rispetto a quello su cui ci siamo formati.
Laureati in Scienze Politiche che sposano, con qualche anno di ritardo, la carriera di artigiani del cuoio; laureati in Lettere, Storia, Biologia, che si buttano nella vendita al dettaglio dei prodotti più disparati.
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038 - Ho sempre avuto il terrore di ritrovarmi, alla fine della giostra dell'istruzione di massa, con montagne ingombranti di nozioni inutilizzabili. È il rischio che si corre ad accettare di assorbire tonnellate di dati tecnici, ad esempio, come se il nostro cervello fosse uno sgabuzzino.
Un individuo può essere dotato e predisposto con tutte le informazioni necessarie per la progettazione e la costruzione di un ponte: centinaia e migliaia di pagine lette, assimilate a forza, piegando i meccanismi sottili che regolano la memoria. Ma potrebbe anche capitare che tutto quel sapere non venga mai effettivamente messo a frutto, nella pratica, in maniera attiva. Si corre il rischio di allenarsi per lunghi anni ad affrontare e a risolvere problemi che il mercato del lavoro, in combutta con la sorte, non ci metterà mai davanti.
L'origine della frustrazione: l'istruzione di massa è finalizzata alla creazione di soggetti competenti da infilare all'interno del complessissimo apparato produttivo.
Come dire: si studia per trovare un'occupazione che sia possibilmente gratificante se non in termini di pura soddisfazione personale, almeno dal punto di vista della rendita economica. Del resto, per sbarcare il lunario qualcosa la si deve pur fare.
A causa dell'assalto all'istruzione secondaria, universitaria e specialistica, se è vero che anche l'operaio ha tutte le ragioni di sognare che il proprio figlio diventi un rispettabilissimo dottore, con in parallelo l'evidente contrattura del mondo del lavoro, si assiste ad una vera e propria congestione: una marea in continuo aumento di particelle che aspettano, in un soffritto di incertezza e ansia dal sapore totalmente sconosciuto prima d'ora, di venire collocate nella giusta posizione.
Migliaia di chiavi pronte a far scattare la stessa serratura, in una gara che ricorda la corsa degli spermatozoi verso l'ovulo da fecondare.
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039 - Una provocazione: il sapere personale di un individuo dovrebbe essere necessariamente connesso, correlato con il contesto (naturale, sociale, politico, economico) in cui questo si trova ad operare.
L'ambiente circostante dovrebbe suggerirci le varie possibilità di intervento e noi, in base alle nostre qualità e preferenze, dovremmo essere in grado di operare su di esso.
Volendo essere onesti, bisognerebbe lasciare uno spiraglio aperto per tutti coloro che puntano a mettere assieme un bagaglio di competenze da sfruttare altrove. Ambizione legittima, ma che richiede una pianificazione, un'accuratezza nelle scelte forse ancora maggiore.
Il processo, invece, viene inquinato pesantemente sin dai primi passi, se è vero che il Ministero Centrale Unico della Pubblica Istruzione stila un protocollo generale comune da estendere omogeneamente sino a coinvolgere la totalità dei giovani pargoli, a prescindere dalle differenze e dalle peculiarità individuali.
Capita così che un ragazzetto si trovi ad avere più informazioni su posti che forse non vedrà mai (la Valle del Nilo) piuttosto che sulla realtà in cui è inserito.
Saprà tutto sul processo di esondazione di un fiume lungo esattamente 6.853 km che, grazie al fertile limo presente nelle sue acque, ha permesso la nascita e lo sviluppo di civiltà gloriose come quella degli antichi Egizi, ma saprà poco o niente sulla vasta e arida campagna che si staglia dietro al triste edificio in cemento in cui è costretto a trascorrere un quinto abbondante della propria giornata.
Certo, bisognerebbe prestare particolare attenzione quando ci si avventura in osservazioni di questo tenore: il mondo è decisamente più vario del tappo di terra a cui ci aggrappiamo per una vita intera, e la nostra curiosità non dovrebbe avere limiti di nessuna sorta, ma con questo pretesto spesso si effettua il più classico dei giochi di prestigio: la nostra attenzione viene accalappiata da dettagli insignificanti mentre il furbo di turno ci ruba, da sotto il naso, quanto di più prezioso abbiamo.
Il tutto in nome di una fantomatica Cultura (il maiuscolo è d'obbligo) che è, di fatto, l'ingrediente insostituibile nella dieta di ogni Homo Sapiens che si rispetti.
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040 - Così ci troviamo a cantilenare, imprigionati nel nostro bel grembiulino, il '5 maggio' di Alessandro Manzoni (non puoi non conoscere l'opera in questione, anche e solo per non fare brutte figure con i parenti durante le partite a Trivial Pursuit nei lunghi pomeriggi natalizi).
Una pestilenza che si è abbattuta senza pietà su intere generazioni di cuccioli di uomo, a cui spesso sfugge il fatto (e nessuno fa niente in questo senso, ci mancherebbe) che quelle parole così pompose in realtà sono rivolte ad uno dei più grandi infami che la Storia abbia mai partorito. Il numero impressionante di morti provocato dalle sue azioni, con la campagna di Russia che rappresenta uno degli apici in questo senso, basterebbe a giustificare i toni di tale affermazione.
E nel frattempo che qualcuno gioca con le nostre cellule cerebrali e i nostri banchi di memoria, qualcun altro inquina, distrugge, corrompe, cancella, altera, manomette; protetto da un triplice strato di inconsapevolezza creato per l'occasione, che di fatto separa la cosiddetta società civile (che mai è stata così tanto informata ed istruita ma risulta, non si comprende come sia possibile, tragicamente imbambolata ed istupidita) dagli attori protagonisti.
Storia. Nella primavera del 146 A.C. Scipione Emiliano lancia il suo esercito contro le mura di Cartagine, sino a radere al suolo la città; 50.000 cartaginesi decisero di arrendersi e furono venduti come schiavi.
Storia. 25 dicembre dell'800. Incoronazione di Carlo Magno, che diventerà così l'Imperatore del Sacro Romano Impero.
Storia. 28 luglio 1914: scoppio della prima guerra mondiale, con un totale di 10 milioni di militi morti, 20 milioni di feriti, 7 milioni di militari dispersi, oltre 6 milioni i civili cancellati, spazzati via dal pianeta a causa del conflitto.
Ci alleniamo a togliere il peso alle parole sin da piccoli, come se i fatti fossero ormai separati dall'odore della carne straziata, dalle urla di dolore. Ciò che conta, in definitiva, è il voto in pagella.
Si valuta tutto: disciplina, preparazione, abilità mnemonica, capacità di esposizione in pubblico. Tutto tranne il livello di consapevolezza critica raggiunto dal soggetto.
Geografia. La Mauritania è uno stato dell'Africa Occidentale che confina a nord con il Marocco, ad ovest con l'Oceano Atlantico, il Senegal a sud-ovest, il Mali a sud-est e l'Algeria a nord-est.
La Mauritania è l'unica nazione al mondo, oltre al Madagascar, ad utilizzare una moneta non decimale. La città capitale, e la più grande, è Novakchot, che si trova sulla costa atlantica.
La situazione economico-sociale è abbastanza critica, dal momento che circa il 45% della popolazione vive con meno di 2 dollari statunitensi al giorno.
È uno dei 77 stati in cui l'omosessualità è considerata un crimine, per il quale viene applicata la pena di morte con decapitazione in pubblico.