055 - Ogni faccenda ha i suoi aspetti positivi e, ovviamente, quelli negativi.
Mi risvegliai, come d'incanto, da quello strano sogno quasi decennale con il cranio pieno zeppo di teorie, congetture, argomentazioni, deduzioni, descrizioni, critiche.
Attraversavano lo schermo della mia coscienza come tanti meteoriti lanciati a velocità folli ed io ero costretto a giocare il ruolo del controllore del traffico mentale, senza peraltro poter fare nulla per fermare, anche solo per un attimo, quel turbinio di idee e concetti in costante agitazione, sempre prossimi alla collisione reciproca. Avrei voluto urlare dritto in faccia all'esercito di docenti con cui avevo avuto a che fare la più stupida delle domande: — Cosa mi avete fatto?
Oltre che preoccuparmi di gestire la discreta lista di effetti collaterali mi scoprivo tutto ad un tratto sprovvisto della risposta ad una domanda fondamentale: dopo il lunghissimo e penoso percorso intrapreso, non avevo infatti la più pallida idea di cosa si intendesse veramente con il termine 'filosofia'.
Seguendo un protocollo ormai abbondantemente collaudato in precedenza, iniziai la mia ricerca, affidandomi non solo ai libri ma anche e soprattutto alle opinioni dei miei simili, interrogati nelle situazioni più disparate.
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056 - Per L., ad esempio, la Filosofia, lo ammette candidamente, non è altro che un parcheggio: le permette di raggranellare qualche centesimo e guadagnare del tempo prezioso in vista della prossima mossa. All'epoca (son passati ormai tre anni) era occupata come assistente della titolare della cattedra di 'Filosofia Antica'; tra l'altro, mi racconta, ha ereditato questa passione dal mio stesso maestro. Non si sbilancia sulle ripercussioni che tale ammaestramento provoca nel suo quotidiano, vengo giusto a sapere che riesce a tenersi ben lontana dalle distrazioni più comuni come le serie-tv e i programmi televisivi più idioti, ma nient'altro di particolare da segnalare.
Per I. invece, la Filosofia è stata estremamente utile nel processo di valutazione e scelta della sua occupazione attuale; gli ha fornito una visuale più accurata della situazione.
In un altro incontro, avvenuto quasi un anno dopo del precedente, cerco di capire meglio, come faccio di solito con tutti coloro che sono stati sottoposti al mio stesso addestramento, quanto tali informazioni influenzino giornalmente le sue decisioni.
Mi confessa che la sua razionalità è totalmente succube delle passioni, non ci trova peraltro niente di strano e la considera una cosa piuttosto normale; tra le questioni più spinose con cui si confronta ne evidenzia una in particolare: la golosità. Di fronte ad una porzione di tiramisù è tranquillamente in grado di perdere il controllo di gran parte delle sue facoltà 'logiche'.
Lo scambio di battute avuto con A. è quello che provoca le vibrazioni più intense a livello empatico: pur ritenendola una scienza estremamente interessante, capace di aprire la mente come poche cose al mondo, non è comunque riuscita a portare a termine il suo percorso di studi, poiché la rigidità dell'istituzione, con le mille complicazioni e contraddizioni annesse, che anche io ho avuto modo di sperimentare in prima persona, le sono risultate, per motivi che riesco a comprendere sin troppo bene, assolutamente insopportabili.
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057 - Aspetto che X. poggi sul bancone la birra che ho appena ordinato per attaccare con una delle mie domande a bruciapelo.
— Con la Filosofia hai smesso?
Sfrutto il fattore sorpresa: io l'ho riconosciuto subito, lo stesso non si può dire per il mio interlocutore. Ma ormai è solo una questione di istanti.
— Mi sembrava di averti già visto...all'Università, giusto?
Siamo stati colleghi per diverso tempo, che in questo caso significa sedersi sugli stessi banchi, nella stessa stanza ad ascoltare gli stessi discorsi.
In quella lunga parentesi i dialoghi fra noi, ad eccezione dei convenevoli di circostanza, sono stati decisamente sporadici, per utilizzare un eufemismo.
Una volta concluso il suo percorso di studi ha aperto, assieme ad alcuni soci, una rivendita di specialità eno-gastronomiche sarde, un progetto in continua crescita che gli sta dando numerose soddisfazioni.
— Con la Filosofia — ammette un po' scocciato — è difficile tirare su qualche soldo. Che io sappia, nessuno di quelli che frequentavano assieme a me ha continuato su quella strada.
Cerco di capire se qualche frammento residuo di interesse è ancora presente nel sistema.
— Di tanto in tanto mi capita di leggere qualcosa sul tema, ma nulla di più.
Pago, saluto, augurandogli buona serata e conservo la sua testimonianza in archivio.
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058 - A conti fatti, il contributo offerto da M. è stato quello che più si sposa con la mia visione attuale delle cose. In un giorno particolarmente afoso del luglio del 2015, ingoio senza battere ciglio 160 km (80 all'andata, altrettanti al ritorno) e mi presento con il pieno di entusiasmo nel piccolo paese che l'ha visto crescere, un migliaio scarso di abitanti sparpagliati in una superficie di quasi 30 km quadrati. Seduti attorno ad un tavolino di un bar, nel frattempo che le grosse ed opache bottiglie di birra continuavano a moltiplicarsi, abbiamo la possibilità di occuparci di svariati argomenti.
Al primo posto non può che esserci la mia ossessione.
— La Filosofia — mi risponde secco e coinciso, come suo solito — non è altro che un aumento della consapevolezza non richiesto.
Le sue parole fanno centro e aprono la strada a molteplici considerazioni: per tantissime volte, e chissà per quanto ancora mi perderò in questi vaneggiamenti solitari, mi sono sorpreso a giochicchiare con il mio passato e la mia fantasia nell'ormai classico 'cosa farei se potessi tornare indietro'. Con molta probabilità avrei puntato su una laurea in chimica farmaceutica; che sollievo sarebbe, penso nei momenti di maggior sconforto, non dovermi portare appresso questo sudicio, cencioso fardello.
Ho l'impressione, ormai, che la mia attenzione possa venire accalappiata in qualsiasi momento da qualsiasi dettaglio: anche il più insignificante può provocare una cascata inarrestabile di osservazioni. Ogni elemento nuovo può risultare decisivo, diventare fondamentale nel quadro del piccolo sistemino teorico che, al pari di uno zelante contadino alle prese con il suo orticello, curo con dedizione.
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059 - Dopo tanto indagare, la ricerca tuttavia è ben lontana dall'essere conclusa, penso sia necessario iniziare a scoprire le mie carte. Proverò dunque a dare una interpretazione alla faccenda, rispondendo, per quanto mi è possibile, alla domanda che mi porto appresso.
Mi piace paragonare il nostro cervello ad un complessissimo e meraviglioso hardware.
Proprio come con un computer, sono tanti i software che possono venire caricati nel sistema.
Ogni pacchetto di informazioni permette di operare in un ambito specifico.
Un medico chirurgo, ad esempio, svilupperà delle competenze, a livello teorico e pratico, che gli permetteranno di individuare e intervenire sugli eventuali malanni accusati dal paziente.
Un ingegnere edile viene appositamente formato per potersi occupare della progettazione e della direzione dei lavori per la costruzione di un qualsiasi edificio.
L'elenco potrebbe continuare all'infinito, poiché per ogni mansione ci sarà un corrispondente bagaglio di nozioni.
La Filosofia rappresenta probabilmente un caso a parte, ma per proseguire nell'analisi bisogna cercare di capire quali possono essere i risvolti nel sottoporsi ad un processo formativo di questo tipo. Generalmente il soggetto acquisisce con il tempo una spiccata capacità all'astrazione (dall'analisi attenta di un particolare si arriva all'elaborazione di una teoria), alla deduzione (percorso inverso che permette di concentrarsi sul dettaglio partendo dal concetto generale) e quindi all'osservazione e all'indagine.
La Filosofia può essere intesa, in questo senso, come una torcia, una lanterna che permette al ricercatore di avventurarsi in territori (spesso) estranei, alla ricerca di nuove zone d'ombra da illuminare, a caccia di nuove frontiere da varcare.
È un potente strumento cognitivo che può essere applicato alla totalità delle scienze e, in genere, ad ogni branca del sapere umano.
Può danzare assieme alla politica, all'economia, all'arte; può fondersi con la fisica e la medicina; può scagliarsi con feroce curiosità su ogni più piccolo aspetto dell'esistenza umana, della natura sino ad arrivare all'universo intero. In un certo senso è un approccio peculiare, metodico ad un problema.
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060 - Ogni professionista ha il suo piccolo spazio dove si sente, a ragione, il re.
Il meccanico è la figura più autorevole all'interno dell'officina, il dentista lo è nel suo ambulatorio, così come l'avvocato nel suo studio, il panettiere in panificio, il pescivendolo in pescheria.
Ogni figura professionale ha, in teoria, la visione completa degli elementi che riguardano il suo mondo: il parere dell'esperto di turno pesa ovviamente cento volte in più rispetto a quello dei non addetti ai lavori.
La situazione che i superstiti dell'addestramento filosofico si trovano a vivere è decisamente particolare: non esiste nessun ufficio in cui ricevere gli utenti, non è prevista nessuna attività che si possa mercificare nello sterminato mercato a cielo aperto del capitalismo moderno, ad eccezione dell'insegnamento. L'unica oasi, che assomiglia a dire il vero più ad una triste riserva indiana, o meglio ad un ghetto, è rappresentato quindi dalle aule dell'università, da cui quel sapere difficilmente riesce ad evadere. Nel tentativo di diventare davvero utile.
Colui che viene introdotto a tali pratiche sarà simile ad un reietto: un eterno ingenuo condannato, per tutta la durata della sua esistenza, a vagare in un mondo che gli risulta profondamente alieno nei suoi significati particolari. Il suo sapere, poiché non direttamente connesso con nessuna mansione, viene tranquillamente ignorato, anche perché, si sente spesso dire in giro, tutti sappiamo usare la nostra testa o, è lo stesso, tutti abbiamo un cervello per poter pensare con sufficiente autonomia.