138 - Come recita il manuale sull'arte della guerra scritto da Sun Tzu, l'analisi del contesto è un aspetto preliminare fondamentale per la pianificazione di un attacco.
Ovviamente la situazione può essere valutata da livelli diversi, partendo dai più semplici e basilari sono a spingersi a quelli più complessi e bizzarri.
Ad un grado elementare, l'istantanea che scatto descrive il seguente scenario: vivo su un zatterino di terra grande poco più di 24000 km2 lasciato in ammollo nel bel mezzo del Mediterraneo. Nell'arco degli ultimi ottant'anni la superficie della mia isola natale è stata occupata da varie installazioni militari (basi aeree, poligoni di tiro) che hanno contribuito pesantemente, in contemporanea con lo sviluppo delle industrie a carattere chimico e petrolchimico, a trasformare quella che doveva essere un'autentica perla dal punto di vista naturalistico, quanto meno è la conclusione a cui si arriva ammirando le zone incontaminate ancora presenti, in un piccolo immondezzaio a cielo aperto.
Per percorrerla in macchina in tutta la sua lunghezza sono sufficienti quattro ore, circa la metà invece per colmare la distanza che separa la costa est da quella ovest.
È stata la culla di una delle civiltà più antiche mai apparse sulla terra, come testimoniano (o almeno, vorrebbero farlo) i migliaia di reperti (nuraghe, dumus de janas, tombe dei giganti) che ancora resistono, peraltro in ottime condizioni, allo scorrere del tempo; anche se ancora non si è fatta sufficiente chiarezza sulla loro origine e sulle reali finalità di tali strutture.
Trovo alquanto bizzarro che un sardo spenda gran parte del tempo dedicato alla sua formazione ad interessarsi delle altre civiltà, dagli antichi egizi passando per i popoli delle Americhe, trascurando quasi del tutto di occuparsi delle proprie radici e dunque della Storia che ancora sopravvive, rigogliosa, a due passi da casa.
Assieme a me vi trovano rifugio e vi abitano poco più di un milione e mezzo di persone; nella sola città di Roma ci vivono il doppio dei bipedi, cinque volte tanto in una metropoli come Londra.
Come capitato a tante altre zone del pianeta, siamo stati 'felicemente' globalizzati: mangiamo gli stessi cibi (al netto di qualche tradizione che sopravvive più per spirito folkloristico che per reale attaccamento), seguiamo gli stessi intrattenimenti, moriamo delle stesse malattie, condividiamo i medesimi valori e le stesse convinzioni di tutti gli altri, pur avendo alle spalle un percorso peculiare che dovrebbe portarci, quanto meno in teoria, a conclusioni spesso anche diametralmente opposte.
Nel corso dei secoli la Sardegna è stata assalita, depredata, governata da popoli diversi: fenici, greci, etruschi, romani, arabi, spagnoli, francesi. E poi ancora pisani, genovesi, piemontesi. Giusto per citarne alcuni.
Le coste sono state trasformare in chilometrici complessi balneari; in particolare quello settentrionale ospita, durante i mesi estivi, principini e principesse (o aspiranti tali) che possono permettersi di investire più di uno spicciolo in passatempi e divertimenti.
Le zone interne, invece, da sempre roccaforti inespugnabili per ogni straniero mascherato da conquistatore, sono lasciate a sonnecchiare, raggrinzite su se stesse, tra miserie di varia natura e il problema cronico dello spopolamento.
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139 - Con una tavola imbandita in questo modo, non mi resterebbe altro da fare, come già peraltro dichiarato nel recente passato, che innestarmi, mettendo in gioco la mia libertà personale, con tutti i gruppi, gli individui, i (proto) movimenti che mirano a dare una ripulita generale al posto in cui viviamo, come ciascuno di noi dovrebbe sentirsi di fare, in linea con le più ovvie ed elementari tra le buone maniere, prima di lasciare definitivamente ai posteri la propria postazione.
Si tratta comunque di un'analisi piuttosto povera, che aggiunge poco, se non nulla, a quello che tutti sono in grado di vedere da soli, se solo ci decidessimo ad usare, anche e solo per un attimo, la nostra perspicacia per nobili fini.
Sento a questo punto la necessità di arricchire il quadro con tre elementi ulteriori, per dare un senso più completo alla faccenda e dunque alla mia esistenza.
È, in pratica, il software che ho deciso di caricare sul mio sistema, come se sullo sfondo monotono del mio quotidiano un pittore avesse lasciato dei bizzarri disegni, che si sovrappongono perfettamente, sino a fondersi e confondersi, con la realtà originale.
Da questo preciso momento in poi, benché il mio addestramento in tal senso sia incominciato in effetti circa un anno e mezzo fa, mi comporterò, mi concentrerò usando tutta la mia immaginazione, vivrò, mi rapporterò agli altri e a tutto il resto, come se mi trovassi all'interno della Caverna descritta da Platone nella Repubblica, sorvegliata come un Panopticon e organizzata secondo le leggi di Cherry Hill.
Rispettando le premesse implicite nel concetto stesso di presentazione, che ha il compito principale di accennare, con quanta più chiarezza possibile ma in maniera sintetica gli argomenti di cui si discuterà meglio in seguito, mi limiterò ad una descrizione sommaria del (nuovo) mondo in cui mi trovo disgraziatamente catapultato.