“L'anima umana deve molto impegnarsi per fare della propria corporeità un mezzo.
L'uomo per così dire, deve cominciare a prendere possesso del suo corpo, affinché sia strumento della sua anima”
George W.F. Hegel - Scienza della logica
*
098 - Due gambe e, attaccate alle loro estremità, due piedi: costituiscono l'apparato, meccanismo complesso, insieme di muscoli, tendini, ossa, che ci permette di muoverci nello spazio.
Due braccia, con due mani, ci consentono di inter-agire, intervenire, spostare, modificare i vari elementi che formano e determinano la realtà materiale che ci circonda.
Una scatola cranica, sulla quale sono installati:
- due occhi, la via più diretta ed immediata per entrare in rapporto con forme, dimensioni e prospettive, si tratta di uno degli strumenti cognitivi più importanti per l'uomo, grazie alla quale assorbiamo luce e quindi colori.
- due orecchie, fondamentali per captare le vibrazioni e dunque i suoni, i rumori, le melodie.
Una lingua, che ci permette di articolare i vari fonemi, unità minima indispensabile per la comunicazione verbale interpersonale, e ci permette di accogliere e gestire una gamma straordinariamente articolata di sapori.
Un naso, il canale preferenziale, assieme alla cavità orale, attraverso il quale introduciamo, tra l'altro, gli atomi di ossigeno sin dentro ai nostri polmoni e, compresi nel prezzo, odori, puzze e profumi.
Un cuore, che pulsa eroico, a velocità variabili, a seconda del livello di sforzo fisico e dell'intensità e il tipo di emozioni provate dal soggetto.
Uno stomaco ed un intestino lungo svariati metri, attraverso i quali sintetizziamo ed incanaliamo le diverse sostanze nutritive, che ci forniscono l'energia necessaria per svolgere le molteplici attività quotidiane.
Un apparato riproduttivo, che consente quindi di dare continuità alla specie e, aspetto assolutamente non marginale, di raggiungere l'orgasmo sessuale, quello che secondo molti è il piacere più sublime che un animale può provare.
Per finire, l'epidermide: superficie viva, distesa irrorata da una rete capillare di piccole vene; da un lato è filtro contro i veleni e gli agenti degradanti, dall'altro è una porta che permette l'ingresso all'aria, al calore, a tutta una serie di stimoli e impulsi di ogni tipo, piacevoli come le carezze o il solletico, spiacevoli come le escoriazioni, le ferite, le abrasioni.
*
099 - La scatola cranica è una cassaforte che blinda una palla gelatinosa della quale non abbiamo ancora una conoscenza completa, nonostante i tanti sforzi profusi nel corso degli ultimi secoli.
Sappiamo che il cervello si occupa, tra l'altro, di gestire i parametri legati ad una moltitudine di funzioni vitali. Allo stesso tempo è il centro in cui si sviluppa, attraverso una fittissima attività a carattere elettro-chimico, il pensiero e, conseguentemente, la nostra identità.
Gioca un ruolo di primo piano nella costituzione del nostro comportamento e delle nostre abitudini.
C'è chi lo considera (Cartesio, ad esempio, in questo senso scommetteva forte sulla ghiandola pineale) il punto di unione tra l'aspetto materiale e quello immateriale della nostra esistenza.
*
100 - L'unione delle varie parti, elencate sommariamente al pari delle loro funzioni specifiche, compone quello che potremmo definire, prendendo in prestito un termine tecnico proprio dell'universo informatico, l'hardware del sistema.
Nessuno, credo, può negarne l'esistenza.
*
101 - Discorso diverso spetta per quello che, se si prende ancora per buono il paragone precedente, può essere definito il software del sistema.
Mente, psiche, coscienza, anima: tanti attributi che si riferiscono, con sfumature diverse, al medesimo oggetto. Questo risulta però, al contrario di quanto accade con il corpo, di difficile individuazione; chiunque sia dotato di un minimo di buon senso non faticherà comunque a rendersi contro della vastità della costellazione di emozioni, desideri, pulsioni, che in definitiva ci spingono ad agire in un modo piuttosto che in un altro.
Non è sicuramente questo il momento più appropriato per lanciarsi in una disamina sulla natura e l'origine di tali fenomeni interiori; ciò che più importa, per il nostro discorso, è che i due aspetti, proprio come nei computer che da diversi anni hanno ormai letteralmente invaso il recinto delle nostre esistenze, si influenzano a vicenda, seguendo regole talvolta semplici e talvolta piuttosto complesse.
*
[Sulla conoscenza del nostro sistema]
102 - Facciamo progressivamente conoscenza del nostro sistema (hardware + software) in maniera intima; procediamo per tentativi: sin dalla nascita siamo buffi esploratori, alle prese con un mondo ignoto e allo stesso tempo affascinante.
Il nostro corpo è la nostra casa, ma a seconda dei casi può essere più simile ad una gabbia in cui la coscienza non trova pace.
A tutte le specie animali basta, per abitarvici in maniera adeguata, seguire le indicazioni suggerite, in tono piuttosto perentorio, dall'istinto. Peccato che per l'uomo funzioni in maniera leggermente diversa.
Eric Fromm, in L'arte di ascoltare, si esprime così sull'argomento:
Teniamo presente che, a differenza degli animali, l'essere umano non possiede istinti che gli indichino come agire, mentre l'animale non deve sapere altro se non quello che gli dice l'istinto.
[…] Per poter decidere, all'essere umano occorre invece la conoscenza.
Il desiderio di conoscere se stessi è dunque un bisogno individuale non solo in una prospettiva spirituale, religiosa, morale o umana, ma anche sotto il profilo biologico [...].
L'optimum di vitalità dipende dal grado di conoscenza di sé. Tale conoscenza è lo strumento col quale ci orientiamo nel mondo e prendiamo delle decisioni. È una cosa evidente: quanto meglio conosciamo noi stessi, tanto più corrette sono le nostre decisioni, e quanto meno ci conosciamo, tanto più esse saranno confuse.
*
103 - Dopo un primo periodo di ambientamento, in cui ci troviamo gettati in una condizione di estrema fragilità dalla quale si esce soltanto grazie all'aiuto di un agente esterno (come ad esempio la madre), veniamo introdotti gradualmente in una dimensione che ci vede sempre più autonomi ed indipendenti; la razionalità diventa una bussola con la quale ci orientiamo all'interno di un dedalo che riserva, in misura uguale, risorse e pericoli.
*
104 - Il gioco, questo strano fenomeno chiamato vita, continua sino a quando una malattia, o un incidente particolarmente traumatico, o il logorio, conseguenza più evidente dell'inarrestabile scorrere del tempo, non danneggia irrimediabilmente una parte fondamentale dell'hardware o del software.
*105 - Curiosità e necessità sono i motori principali che hanno spinto l'uomo, sin dalle origini, a studiare i principi e le dinamiche che stanno alla base della Natura, intesa nella sua accezione più generale, e del corpo.
Possiamo considerare la prima, unita indissolubilmente con il nostro sole, come la sorgente unica ed insostituibile di tutto ciò che serve alla sopravvivenza di ogni essere vivente del pianeta.
Un'autentica meraviglia che nasconde ancora, dopo millenni di speculazioni ed esperimenti pratici, innumerevoli segreti.
L'uomo dal canto suo si impegna, con passione e accanimento esemplari, per massimizzare i benefici e ridurre al minimo fatica e stenti.
Discorso simile può essere fatto per il corpo: teatro, come già accennato, per la delizia e l'estasi così come per il dolore più atroce.
Ogni problema con cui ci scontriamo, pensiamo ad una frattura ossea o ad un'infezione, conduce potenzialmente ad una soluzione; innesca un processo che, soprattutto nelle sue prime fasi, incrementa la conoscenza specifica di quel particolare segmento ma spalanca le porte a tutta una serie di effetti collaterali, se è vero che il sapere, proprio come uno strumento, può essere utilizzato a fin di bene (collettivo) o per fini puramente egoistici.
*
106 - È con questo corredo (ancora una volta: hardware + software) che entriamo in contatto con i nostri simili, con la Natura e perché no, con il resto dell'Universo.
Esistono delle tecniche che vanno ben oltre la mera manutenzione del sistema; delle manovre, degli interventi, delle modificazioni, appunto, che permettono di incrementare, anche in maniera duratura e permanente, alcune facoltà del nostro fisico e, di conseguenza, della nostra percezione e, più in generale, della nostra coscienza.
Aprono l'accesso a dimensioni extra-ordinarie e ad un bacino di energie che spesso non sappiamo manco di possedere.
Questa è la testimonianza di Olivier, performer di body art, riportata da David Le Breton nel suo La pelle e la traccia:
Non sono un illuminato, ma credo davvero che esistano mezzi (come questi) per accedere, sia pure in modo temporaneo, a forme di percezione più evolute dell'ambiente che ci sta intorno.
*
107 - Per millenni queste informazioni sono state trasmesse, con estrema cautela, a cerchie ristrette di iniziati. Con il passare del tempo e il progredire degli studi, soprattutto a carattere antropologico ed etnologico, tali pratiche sono state (ri)scoperte, rivalorizzate, rese pubbliche e disponibili ad una platea esponenzialmente più estesa di utenti.
Chiunque, in qualsiasi momento, ha la possibilità di “giocare”, in maniera attiva, con la propria totalità psico-fisica: basta solo volerlo.
Chiunque, in qualsiasi momento, può intraprendere un percorso di auto-conoscenza e auto-determinazione.
Esiste, per alcuni casi particolari (lo Yoga, ad esempio, è uno dei più noti), anche una manualistica dettagliata che agevola il passaggio dalla teoria alla pratica.
È un discorso su cui, comunque, ci concentreremo meglio in seguito, anche se qualcosa è stata già accennata in queste stesse pagine.
**
[Sulle note poco liete dell'intera faccenda]108 - Il nostro sistema (hardware + software) è il tramite principale con il quale il governo (meglio: chi ci governa) esercita la sua influenza, il suo potere.
Per comprendere meglio la complessità del fenomeno, la sua invasività, può essere utile ricordare il mantra scritto da Proudhon:
Essere governato è essere, ad ogni operazione, ad ogni transazione, osservato, registrato, arruolato, tassato, timbrato, misurato, numerato, valutato, autorizzato, ammonito, proibito, riformato, corretto, punito. È sotto il pretesto della pubblica utilità ed in nome dell'interesse comune, che siamo soggetti ai contributi, addestrati, sequestrati, sfruttati, monopolizzati, soggetti ad estorsione, spremuti, ingannati, derubati.
Poi, al minimo accenno di resistenza, alla prima parola di denuncia, veniamo repressi, multati, disprezzati, molestati, rintracciati, maltrattati, bastonati, disarmati, soffocati, imprigionati, giudicati, condannati, colpiti, deportati, sacrificati, venduti, traditi; e, a coronamento di tutto, derisi, ridicolizzati, oltraggiati, disonorati”.
*
109 - Per approfondire la questione relativa al bio-potere, che in realtà mira ad essere il nocciolo denso di queste righe, si può attingere a piene mani dagli studi sul tema presentati da Michel Foucault al College de France tra il gennaio e aprile del 1979.
Il pensatore francese punta l'attenzione su un passaggio di stato, un mutamento che ha investito l'arte di governare (tradotto: l'esercizio della sovranità politica, i suoi diversi oggetti, le sue regole generali, i suoi obbiettivi di insieme; se si preferisce: il modo in cui si guida la condotta degli uomini) tra il XVIII e il XIX secolo.
*
[Le varie fasi]
110 - Durante il Medioevo il sovrano aveva nei confronti dei sudditi un atteggiamento paterno: veniva considerato al pari di un potentissimo faro che guida, tra le tenebre del mondo, greggi di disperati in viaggio verso l'aldilà.
Nonostante questa premessa, però, lo stato non può essere considerato come una casa, né una chiesa, né un impero: esiste soltanto in funzione di sè stesso, il suo unico scopo è quello di massimizzare la propria potenza.
— Che cosa significa governare? — si chiede Foucault. — Secondo il principio della ragion di stato, governare è fare in modo che lo stato possa essere reso saldo e permanente, ricco e forte di fronte a tutto ciò che lo potrebbe distruggere.
*
111 - Con l'avvento e lo sviluppo del mercantilismo, termine con cui indichiamo una particolare organizzazione della produzione e dei circuiti commerciali, gli obbiettivi dichiarati assumono forma e contenuto nuovi: la priorità è rappresentata dall'accumulo di moneta, in secondo piano si punta ad un sostanziale incremento demografico. Quest'ultimo richiede una regolamentazione sempre più rigida dell'organizzazione urbana, affidata a quell'apparato che prende il nome di polizia ed agisce in un campo d'azione potenzialmente infinito: il suo compito principale è quello di prendere in carico l'attività degli individui fin negli aspetti più dettagliati. Un fenomeno che nei suoi momenti iniziali faceva soltanto intravedere le potenzialità del suo raggio d'azione e di influenza, senza svelarne però l'esatta portata.
*
112 - Chi governa dovrà regolamentare la vita dei propri sudditi, la loro attività economica e produttiva, stabilendo il prezzo di vendita delle merci, il prezzo d'acquisto e così via.
*
113 - Allo stesso tempo la speculazione giuridico-politica si trova costretta ad affrontare il problema della limitazione del potere coercitivo in uno stato di polizia: le varie teorie saranno finalizzate, da questo momento in poi, a sottrarre potere al re in favore di una nuova entità.
L'argine più solido all'agire del sovrano è rappresentato dall'economia politica, binomio sintattico che oscilla tra diversi significati, ma ciò che appare sufficientemente chiaro è il suo obbiettivo: — La crescita simultanea, correlata e opportunamente regolata della popolazione, da un lato, e dei mezzi di sussistenza, dall'altro.
*
[Un'istantanea \ sul cambio di prospettiva]
114 - Il capitolo I di Sorvegliare e Punire si apre con questa descrizione dettagliata:
Damiens era stato condannato, era il 2 marzo del 1757, a «fare confessione pubblica davanti alla porta principale della Chiesa di Parigi», dove doveva essere «condotto e posto dentro una carretta a due ruote, nudo, in camicia, tenendo una torcia di cera ardente del peso di due libbre»; poi «nella detta carretta, alla piazza di Grève, e su un patibolo che ivi sarà innalzato, tanagliato alle mammelle, braccia, cosce e grasso delle gambe, la mano destra tenente in essa il coltello con cui ha commesso il detto parricidio bruciata con fuoco di zolfo e sui posti dove sarà tanagliato, sarà gettato piombo fuso, olio bollente, pece bollente, cera e zolfo fusi insieme e in seguito il suo corpo tirato e smembrato da quattro cavalli e le sue membra e il suo corpo consumati dal fuoco, ridotti in cenere e le sue ceneri gettate al vento.
Il potere modifica progressivamente le tecniche, oltre che le finalità, con cui interagisce sugli individui.
Si parte da una situazione in cui il corpo del suddito viene inteso in termini puramente passivi (come carne da lavoro, da cannone, da castigo). È quello che si verifica, ad esempio, nel gioco dei supplizi e delle pene, prima della 'presunta rivoluzione gentile che sfocia nella diffusione di quel dispositivo terribile chiamato carcere.
Si arriva ad una situazione in cui il potere arriva a prendersi carico, in maniera continuata e con una efficacia ancora maggiore, degli individui, del loro benessere, la loro salute, il loro lavoro, il loro modo di comportarsi e persino il loro modo di morire.
Si assiste, la si intenda pure come una conseguenza, ad una formidabile estensione delle procedure di controllo, di costrizione e coercizione.
*
[Frammenti sul liberalismo]
115 - La libertà di mercato non è più un fine a cui tendere: diventa il principio organizzatore e regolatore dello stato, dai principi fondamentali che ne garantiscono l'esistenza sino all'ultimo dei suoi interventi. Uno stato sotto la sorveglianza del mercato, anziché un mercato sotto la sorveglianza dello stato.
Oggi abbiamo una visuale più nitida sul grado di espansione raggiunto dai vari poteri di informazione politici e sociali dell'economia di mercato: quest'ultima ha la capacità di raccogliere informazioni più dettagliate, spendibili in un intervento di riforma sostanziale della società.
L'intervento di governo è finalizzato a garantire le condizioni di esistenza del mercato (ovvero ciò che gli ordoliberali chiamano il 'quadro'), che diventa l'ambito di dominio specifico dello stato, che può così esercitare pienamente la sua funzione 'ordinatrice', intervenendo sulla società in quanto tale, nella sua totalità, nella sua trama e nel suo spessore.
*
[L'Homo Aeconomicous]
116 - Lo sviluppo delle tecniche di addestramento militare genera un fenomeno inedito: la creazione del corpo docile, un manichino che si muove in un sincronismo perfetto sia in rapporto alle singole parti del fisico, sia in relazione agli altri attori coinvolti; non fa differenza se abbiamo a che fare con soldati impegnati in un conflitto o operai alle prese con i ritmi sincopati tipici della produzione industriale.
Il liberalismo, se si vuole, si spinge oltre: si costituisce non tanto l'uomo dello scambio, l'uomo consumatore, ma l'uomo dell'impresa e della produzione. Ciò che viene prodotto è la sua soddisfazione.
*
[Un piccolo passo indietro]
117 - Torniamo alle righe introduttive del discorso: il nostro corpo è disseminato da molteplici centri di piacere, che aspettano soltanto di venire solleticati a dovere.
Questo compito spetta, di 'diritto' all'individuo, che deve però continuamente rapportarsi con quello che potremmo definire un distributore invasivo di soluzioni ai nostri bisogni.
*
118 - Cadere in un baratro senza fondo è facilissimo, dal momento che il potere lavora costantemente per aprire nuovi varchi in cui insinuarsi. L'analisi economica penetra ambienti sino ad allora inesplorati; il potere colonizza spazi che fino ad allora potevano e venivano considerati come 'non economici'.
*
[Sul concetto di capitale umano]
119 - L'Homo Aeconomicus cresce immerso in un duplice substrato: da una parte c'è il corredo genetico (che determina ad esempio le probabilità di contrarre un certo tipo di malattia); dall'altra c'è tutta una serie di istruzioni e informazioni, trasmessi con i vari processi educativi, sia a livello istituzionale che familiare.
Il mercato regola e influenza, già da diverso tempo, i meccanismi attraverso cui si forma la nostra personalità; nell'ultimo periodo si assiste ad un progressivo assalto che deve ancora produrre la totalità degli effetti ma che lascia intravedere la situazione, del tutto originale, che potremmo trovarci ad affrontare a breve.
L'individuo potrà essere sottoposto alla governamentalità, al governo, solo e unicamente nella misura in cui egli è un Homo Aeconomicus.
*
120 - Foucault dal canto suo, carica le sue visioni con tinte cupe, invitando al macabro banchetto delle nostre esistenze orde di spettri, demoni ed incubi: alla luce di quanto emerso sino ad ora, non si vede perché non si possa definire ogni condotta razionale, ogni comportamento razionale, qualunque esso sia, come l'oggetto possibile di un'analisi economica.
*
[Mi si permetta una provocazione]
121 - Potremmo chiederci quale ruolo potranno avere, a questo punto della storia, giovani discipline come la Sociologia e la Psicologia, o più in generale, le scienze cognitive e le scienze convergenti.
Foucault ci lascia uno spunto sicuramente interessante:
Sulle tecniche comportamentali vi è un po' di letteratura anche in Francia. Nell'ultimo libro di Castel, 'La société psychiatrique avancée', c'è un capitolo sulle tecniche comportamentali, in cui viene detto che esse consistono nella messa in atto, all'interno di una data situazione – come un ospedale, una clinica psichiatrica -, di metodi che sono al tempo stesso metodi sperimentali e metodi che implicano un'analisi propriamente economica del comportamento.
Possiamo tranquillamente condire il tutto con alcune righe che Huxley pubblicava nel 1958 all'interno di Ritorno al mondo nuovo.
«L'impegno dell'ingegneria sociale del tempo nostro – scrive un entusiastico sostenitore della scienza nuova – è simile all'impegno dell'ingegneria tecnica di cinquant'anni or sono. Se la prima metà del ventesimo secolo fu l'era degli ingegneri tecnici, la seconda può ben essere l'era degli ingegneri sociali»; e il ventunesimo secolo, immagino, sarà l'era dei Controllori Mondiali, del sistema scientifico delle caste e del nuovo mondo. Alla domanda Quis custodiet custodes?, cioè chi farà la guardia ai guardiani, chi regolerà l'ingegno agli ingegneri?, si risponde, con un blando sorriso, che non occorrono supervisori. Commovente la convinzione che pare diffusa fra i professori di sociologia: cioè che i professori di sociologia non si lasceranno mai corrompere dal potere.
*
122 - L'Homo Aeconomicus appare in definitiva come colui che è possibile maneggiare, e che risponde sistematicamente alle modificazioni altrettanto sistematiche che verranno introdotte artificialmente nell'ambiente.
L'Homo Aeconomicus è, insomma, colui che risulta eminentemente governabile, una sorta di atomo insostituibile e irrinunciabile di interesse.
*
123 - La conclusione del discorso ci appare ovvia in tutta la sua brutalità.
Il mercante pensa esclusivamente al proprio guadagno.
La società diventa un prodotto concettuale di tecnologia governamentale, che racchiude la totalità degli Homo Aeconomicus.
La società civile diventa il territorio adatto per una battuta di caccia grossa.