I soldati devono rispettare cinque priorità definite: dimenticare le famiglie; dimenticare i loro parenti quando attraversano il confine; dimenticare se stessi quando affrontano il nemico; devono essere decisi a morire per sopravvivere; se invece cercano semplicemente la vittoria la loro condizione non è buona. Cento uomini che non temano il dolore inflitto dalla spada possono penetrare in una formazione e causare il caos al suo interno. Mille uomini che non temano il dolore inflitto dalla spada possono sconfiggere il nemico e ucciderne il generale. Diecimila uomini che non temano il dolore inflitto dalla spada possono spostarsi sotto il Cielo e vincere.
Wei Liao-Tzu
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085 - Sono seduto sopra ad un blocco di cemento, piazzato assieme ad altri due identici per impedire l'accesso agli autoveicoli su un cavalcavia ancora chiuso al traffico, dal quale si domina, con lo sguardo, tutta la vasta pianura del Campidano, o meglio, la porzione che si estende a nord-ovest.
Mi trovo in una delle terre emerse più vecchie d'Europa: sino ad un centinaio di anni fa questo posto doveva essere simile ad un meraviglioso giardino, tempestato di alberi da frutto di tutti i tipi, orti e campi seminati a grano, con numerose fonti d'acqua buona. Ora tutt'attorno a me si estendono a perdita d'occhio ettari ed ettari destinati alla monocultura intensiva del carciofo, che i contadini del posto producono, con grande abbondanza di agenti chimici, per soddisfare la domanda del mercato nazionale. A livello puramente estetico lo spettacolo non è certamente dei più esaltanti, ma in questo momento credo che tra i vincoli di questo strano contatto chiamato vita ci sia anche quello di godersi, al massimo delle possibilità, l'ambiente in cui nasciamo.
Mi sento il frutto di una combinazione spazio-temporale: la mia coscienza si sarebbe potuta sviluppare in un altro periodo storico (più o meno fortunato), in un'altra zona geografica (più o meno ricca, bella, stimolante), ma il mazziere (mi viene da dire: a questo giro) ha servito queste carte, ed è con queste che iniziamo la partita. Certo, come in una mano a poker potremmo cambiarle in toto e stravolgere di netto la situazione: potrei partire in qualsiasi momento, tanti miei conterranei l'hanno già fatto in passato e molti altri, nell'immediato futuro, continueranno a farlo. Lasciare questi luoghi per cercarne di nuovi in cui stare.
Mentre sto seduto sopra a quel blocco grezzo di cemento mi convinco di essere nel posto esatto: del resto, mi ripeto, si tratta soltanto di distogliere la mia attenzione dall'orribile regalo offerto dalla modernità per concentrarsi su altri aspetti del reale.
Secondo P, che a suo dire parla poco e mai a sproposito, cosa che rappresenta una bella garanzia, le sostanze psicotrope rappresentano un ottimo strumento per dipingere a tinte diverse l'ambiente circostante.
Ci provo.
Le nuvole al tramonto cambiano colore, diventano simili ad enormi confetti dall'involucro fragile e sottile; in cielo rondini, passeri e cornacchie tracciano traiettorie all'apparenza complicatissime, giocano a sfiorare i cavi dell'alta tensione che ronzano nervosi sopra alla mia testa, sembrano voler inseguire il sole che si rifugia, come ogni sera, dietro alle grandi montagne che si stagliano a ovest, rigide come sponde ai lati di una piccola culla, coperta da una soffice trapunta verde.
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086 - Riempio i polmoni di aria fresca, cercando contemporaneamente di eliminare i rumori dei motori dei trattori agricoli e delle utilitarie che scivolano lungo l'arteria stradale che spacca in due il piccolo centro abitato in cui sono cresciuto e che ancora mi ospita, assieme ad altri 7000 bipedi.
Il fracasso più fastidioso arriva dalle decine di aereo-taxi che ogni giorno sorvolano la mia postazione preferita. L'odio più grande però lo riservo per gli innumerevoli aerei militari che decollano e atterrano in una delle tante basi NATO in Europa, che dista tre chilometri appena dal mio attuale domicilio.
La mia esistenza, in questo momento, segue una dinamica piuttosto semplice: c'è un momento per il fare, per il parlare, per l'espandersi verso l'esterno, per entrare in contatto con gli altri, ma c'è anche un momento, necessario, per riprendere le forze, in completa, totale solitudine.
Non importa tanto il posto, quanto lo scopo delle tue azioni: se ciò che voglio è ricaricare le batterie, ripristinare i livelli di energie fisiche e nervose, devo essere in grado di farlo a prescindere dallo scenario: in una grotta, ad esempio, così come in un attico all'ottantesimo piano di un palazzo ficcato nel nucleo denso di una metropoli.
Cerco i punti più adatti ai miei propositi, instauro un nuovo rapporto con l'ambiente urbano in cui vivo: ogni giorno custodisce la possibilità di una scoperta. Un angolo silenzioso, una porzione di spazio in cui assorbire il tiepido sole pomeridiano nei cortissimi pomeriggi invernali. Una zona abbandonata o poco battuta, lontana dai flussi soliti.
È un atteggiamento che si sta ormai consolidando: è la modalità con cui mi muovo, la strategia che adotto sia quando mi trovo per la prima volta in un posto che non conosco, sia nelle situazioni che risultano più familiari.
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087 - Ho sudato tanto per arrivare a questo punto della storia: l'ho sperato in maniera così intensa che sarebbe decisamente stupido se facessi retromarcia proprio nel momento in cui non resta nient'altro da fare che procedere dritti, a velocità sostenuta, verso la meta, sempre tenendo bene a mente che l'obbiettivo potrebbe risultare irraggiungibile.
Ma ciò che più importa è avere una direzione da seguire, un piano.
Le insidie lungo il cammino non mancano, così come le incertezze e i dubbi che minano nel profondo i miei intenti.
Spesso mi sento come se fossi appeso ad una grossa sbarra di metallo posta in orizzontale, sospesa nel nulla, con i polsi legati dietro la schiena e le mandibole serrate attorno a quell'unico appiglio.
Millesimo di secondo dopo millesimo di secondo sento aumentare il dolore che vibra lungo i nervi della mia cavità orale; è questione di attimi, ne sono sicuro, e mollerò la presa.
Eppure ancora resisto.
Non so come, ma ancora resisto.
Eppure sento che le mascelle si stanno dischiudendo, impercettibilmente.
Eppure ancora resisto, mentre dai lati degli occhi colano fuori le prime lacrime. Forse le ultime.
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088 - Ciò di cui ho bisogno in questo momento è un addestramento, che sia il più possibile rigido ed efficace. Delle pratiche che mi aiutino ad essere ogni giorno più forte, più sicuro di me stesso, rispetto al giorno precedente. Che mi permettano di sopportare la pressione e la tensione psicofisica, che mi aiutino ad avere un controllo e una consapevolezza maggiore del mio organismo e delle molteplici energie che lo animano e lo percorrono.
Di solito, se uno vuole sviluppare i propri muscoli, ad esempio, non deve fare altro che iscriversi in una palestra e affidarsi alle cure dell'allenatore. Oppure si può sempre procedere in autonomia: occorre procurarsi gli strumenti e, aspetto ancora più importante, imparare ad usarli al meglio.
Nel mio caso specifico la situazione mi sembra leggermente più ingarbugliata: non c'è una scuola dove apprendere le nozioni fondamentali che mi indirizzino lungo il percorso, né tanto meno la consulenza di un maestro o di un esperto del campo, che possa correggere i miei sbagli o darmi le conferme utili per procedere con rinnovata convinzione.
In un certo senso mi muovo alla cieca, all'interno di un vero e proprio labirinto: il compito principale è quello di reperire continuamente, principalmente sui libri, fonti nuove di informazioni per poi saggiarne la validità applicandole in prima persona sul mio corpo. Il secondo passo consiste nel verificarne gli effetti, valutando in maniera quanto più possibile imparziale sia gli aspetti positivi che quelli negativi.
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089 - Ogni cosa sotto questo cielo presenta vantaggi e svantaggi. Quel mostro leviatanico chiamato globalizzazione estende la sua influenza sulla totalità degli aspetti del reale: economici, politici, sociali. Da una parte siamo sottoposti ad una fortissima spinta omologante, tesa all'annullamento delle varie peculiarità in favore di un unico paradigma riproponibile all'infinito; dall'altra, possiamo accedere, grazie anche alle tecnologie più moderne come Internet, ad un bacino di conoscenze mai così esteso, a prescindere dal posto in cui ci troviamo.
C'è dunque la possibilità di confrontare le opere più svariate, provenienti da zone spesso molto distanti fra di loro, appartenenti alle culture più disparate e magari composte in epoche differenti.
Come in ogni ricerca, ci si deve affidare principalmente al proprio istinto; ogni spunto però può svelare sentieri nuovi: se ciò che vogliamo davvero è lasciare piena libertà d'azione alla nostra curiosità, siamo automaticamente obbligati, dalle premesse, ad indagare con sufficiente accuratezza ogni singola traccia. Il rischio è quello di trovarsi, al pari di una bandierina, in balia di più venti, a svolazzare per un po' da una parte e subito dopo dalla parte opposta.
La bussola può essere rappresentata dalla convergenza dei vari saperi: Aldous Huxley, ma non solo lui, segue la scia di quella che viene chiamata 'Filosofia Perenne', un substrato comune alle varie religioni e alle varie correnti di pensiero che sono affiorate nel corso della storia umana, nel tentativo di orientare verso il meglio l'agire umano.
A questo proposito seguo una regola piuttosto semplice: tre indizi simili, scovati in scritti che non hanno apparentemente nulla da spartire, vanno a formare una prova, da testare nel dettaglio e prendere seriamente in considerazione.
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090 - È piuttosto facile costruirsi un modello di vita, un comportamento da seguire in base a tutti gli insegnamenti che, radicati nel passato remoto, fanno sentire la loro influenza anche in un presente travagliato come il nostro.
Giustizia, fortezza, temperanza e prudenza sono le quattro virtù cardinali: i pilastri del cosiddetto retto agire, che si stagliano imponenti sia nelle strutture proprie della filosofia greca, con cinismo e stoicismo che in questo senso rappresentano gli apici, e sia nel cristianesimo.
Sono gli antichi, in anticipo per definizione rispetto ai moderni, che scrivono le ricette più valide: autocontrollo, dominio sulle passioni, distacco progressivo dagli aspetti meramente materiali, a cui si aggiunge l'invito costante all'altruismo.
Indicazioni simili, se non identiche, germogliano copiose nelle religioni e nelle filosofie orientali, così anche nei precetti di diverse culture sud americane.
Commetteremmo un grossissimo errore se liquidassimo l'intera faccenda come un semplice processo di imitazione passiva nei confronti di uno schema: in realtà la questione si rivela decisamente più complessa, perché spesso, nonostante il percorso sia segnato con precisione, l'uomo si trova comunque smarrito.
Proprio a questo proposito, da più parti si accomuna il cammino verso il sapere e la saggezza con l'addestramento propedeutico ad una guerra, ad una battaglia: il nemico, manco a dirlo, siamo noi stessi, soprattutto ogni qualvolta prendiamo una decisione o compiamo un azione che si discosta, o addirittura contraddice, i nostri principi di riferimento.
Proprio per questo un'attenta, costante auto analisi è la condizione preliminare ed ineliminabile per rendersi conto di ogni più piccola sbavatura.