043 — Su Maistu ormai ha capito bene come funziona la faccenda: ho un rapporto un tantino particolare con il telefono cellulare: questo significa semplicemente che spesso e volentieri lo dimentico a casa e vado in giro senza; quando me lo porto appresso invece rischio puntualmente di perderlo da qualche parte.
Una sera, per l'appunto, è rimasto sopra alle lastre di trachite che mi ospitano, sino all'alba della mattina seguente.
Ci ha pensato Su Maistu a metterlo al sicuro, lontano dai malintenzionati, perchè, sostiene lui, basta davvero un attimo che qualcuno di passaggio se lo metta in tasca e sparisca con il bottino.
A poco è servito spiegargli che quell'apparecchio varrà, ad occhio e croce, non più di cinque euro, e che quindi il danno sarebbe stato davvero minimo.
Per tutta la giornata, insomma, Su Maistu ha giocato a farmi da segretario e rispondeva alle chiamate che arrivavano al mio numero ripetendo a tutti quanto io sia smemorato e davvero poco attento alle mie cose.
Quando mi ha restituito ciò che mi appartiene non ha risparmiato gli insulti: «Come fai a essere così stupido?», urlava con aria seria, anche se di tanto in tanto sulla sua bocca appariva un accenno di sorriso.
La scena si è ripetuta identica dopo quella volta che sopra alle (sue) pietre ho lasciato le chiavi di casa, ma questa è un'altra storia ancora...
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044 — Un pomeriggio, sul display del cellulare trovo la notifica che mi avvisa di una chiamata persa da parte di Su Maistu. La prima cosa che mi viene da pensare è di aver nuovamente lasciato in giro qualche effetto personale, ma trovando al proprio posto tutto ciò che cerco mi rilasso e proseguo ad occuparmi delle mie questioni, promettendomi di richiamare il mio amico nelle ore successive, al primo momento utile.
In realtà il momento buono quel pomeriggio non arrivò mai, così la storia passò in cavalleria, come si dice in questi casi. Alcuni giorni dopo sarà proprio Su Maistu a raccontarmi, a voce e dal vivo, gli ultimi aggiornamenti.
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045 — C'è poco da fare: due degli argomenti più gettonati alle pietre riguardano la vita e la morte.
Mi è bastato stare lontano anche e solo per una settimana per trovarmi di fronte ad una situazione completamente stravolta rispetto a quella che conoscevo.
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046 — Adoro, impazzisco letteralmente, quando le persone mi raccontano le loro storie: vale per quelle belle e serene, così come per quelle più dolorose ed amare.
Mi piace da impazzire quando le persone buttano fuori i loro ricordi, con foga e partecipazione: sembra quasi di poter vivere le scene. Mi godo le smorfie, l'intensità del flusso narrativo, la densità quasi collosa delle vicende.
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047 — Quando attacca con il racconto, la voce di Su Maistu si abbassa di tono, le parole escono a fatica dalla bocca e di tanto in tanto sembra quasi che un gemito di dolore sia prossimo a prendersi la scena. Su Maistu si nasconde dietro a timidissimi colpi di tosse, poi finalmente riesce a sputare fuori la triste verità: una sera di due settimane prima, Piereddu, il suo cane, esce dal cortile insieme ad altri quattro-zampe molto più grandi di lui e se ne va in giro, come al solito.
Ma si sa come vanno le cose a questo mondo: gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo.
Così, a differenza del passato, Piereddu non farà più ritorno a casa.
Solo allora comprendo il motivo della telefonata che Su Maistu aveva cercato di farmi alcuni giorni prima...
Dai suoi occhi quasi sgorgano le lacrime, impossibile non accorgersene.
Credo, comunque, che sia bello il modo sincero che certe persone hanno di vivere e di comunicare agli altri le proprie emozioni. E io non posso fare altro che ringraziare tutti coloro che decidono di condividerle con me.
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048 — Com'è logico aspettarsi, Su Maistu non riesce a darsi pace per la scomparsa del suo cane e per alcuni giorni cerca il suo fidato quattro-zampe in lungo e in largo, aiutandosi anche con FB.
Fino al giorno in cui una ragazza trova, a diversi chilometri di distanza dal luogo di partenza, il cadavere di Piereddu, in una cunetta al lato di una strada di campagna.
— Sai...ho pianto un sacco quando l'ho visto — mi confessa.
E io non riesco a fare altro che abbracciarlo attraverso un lungo e rispettoso silenzio.
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049 — Le regole non scritte di questo mondo sono piuttosto chiare, c'è ben poco da confondersi: si lascia il proprio posto con la stessa facilità con cui qualcun altro arriva per occuparlo.
Una volta che si entra in armonia con questa sacra legge, diventa tutto più facile...
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050 — La vita non è altro che un susseguirsi di furti e di regali.
Non passa molto tempo da quel fattaccio che la vita di Su Maistu subisce un'altra svolta inattesa, questa volta a carattere positivo.
Grazie ad un gioco di passaparola, rimpalli e coincidenze, un altro quattro-zampe arriva per colmare quel vuoto apertosi improvvisamente: ha il manto bianco e nero come il suo predecessore e alcuni tratti piuttosto simili; è solo un po' più piccolo di stazza, così piccolo che può stare comodamente sul cestino porta-pacchi di una bicicletta.
Su Maistu dal canto suo non ha avuto nessun dubbio: il nuovo arrivato alle pietre si chiama Piereddu Segundu, in onore del suo precursore.
Ogni volta che mi vede, Piereddu Segundu mi inonda letteralmente di coccole e io non posso fare altro che augurargli tutto il meglio, cosa che vale pure per il suo padrone...