034 — Dalle mie parti ho sempre sentito un detto: “Non sei tu che avrai la meglio sul mondo, ma è il mondo che avrà la meglio su di te”.
Una sentenza che vale sempre, per chiunque, a quanto pare. Senza eccezione alcuna.
Proprio per questo, tra le altre cose, mi sono messo in testa, con così tanta ostinazione, di voler lavorare sulla mia essenza, sin negli aspetti più intimi e profondi.
Mi piacerebbe diventare denso, come il mercurio.
Il reale, si sa, è affamato. Ci mette meno di un attimo, a fagocitare in un solo boccone, gli elementi che si staccano dal resto; i granelli che cercano di schierarsi in verso opposto e contrario alla direzione consueta, imposta.
Il mondo fa un unico boccone dei disadattati, dei riottosi, dei dissidenti.
Per questo lavoro per diventare denso come il mercurio.
È diventato il mio unico intento, il mio obbiettivo ultimo.
Come lo scultore che gratta via la pietra con il solo scopo di estrarre fuori la forma perfetta.
Diventare densi come il mercurio: per avvelenare il mondo, a colpi di bellezza, di poesia.
Oh...quale fine sublime che mi sembra...
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035 — Diventare densi come il mercurio può significare, anche, risultare indigesti a tutti gli altri.
A volte mi sorprendo, quasi, a sognare di venire diluito da un elemento esterno.
Essere placato, per un secondo appena. Ma è un pensiero passeggero.
Mi basta davvero poco per avere di nuovo chiaro il mio scopo.
Come lo scultore che lavora la pietra a caccia delle forme perfette, io lavorerò sulla mia coscienza per raggiungere la bellezza. L'unico approdo in cui, davvero, posso sentirmi completo, soddisfatto, al sicuro.