007 — Le pietre, con il passare del tempo, sono diventate uno dei miei posti preferiti, al pari degli uliveti che ci sono a nord-est del paese, o come lo spazio nascosto dalla vegetazione di fronte al fiume, a ovest.
Di solito, per “prendermi” un posto, per considerarlo veramente mio, per trovarci conforto, sollievo e rifugio, mi ci devo drogare (dentro\sopra) almeno una volta. È così che prendo confidenza con i posti.
Alle pietre ci vado a vaporizzare un po' d'erba, di tanto in tanto.
Una notte di luna piena di qualche estate fa, resa speciale dall'eclissi, alle pietre ho organizzato una festicciola un po' particolare, con qualche centesimo di grammo di DMT ad insaporire la questione.
Credo sia successo proprio durante quella notte, che le pietre sono diventate, un po', casa mia.
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008 — A., il fratello gemello del maestro, mi ha raccontato di come trascorre le sue giornate: qualche lavoretto all'orto, un giro in bicicletta nel pomeriggio e poi, dalle 17 in poi, seduto sul divano, ad ascoltare musica, principalmente del rock progressivo anni '70, tipo i Pink Floyd, oppure a guardare vecchi film western alla TV.
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009 — Nel posto in cui vivo attualmente, invece, non ci sono orologi appesi alle pareti e neppure schermi.
Questo significa che nel posto in cui sto non c'è un orario preciso e stabilito per svolgere le diverse attività: non c'è un'ora particolare in cui si inizia a pranzare, né una per la cena e né tanto meno un orario per andare a dormire. Più che dipendere dalle lancette dell'orologio, agisco in base alla voglia, alle esigenze del momento.
Credo siano passati cinque anni, ormai, dall'ultima volta che ho guardato un film. Forse addirittura di più.
Non è una cosa che mi manca, a dire la verità. È solo una tra le tante faccende che appartengono a quella che considero la mia vecchia vita ormai morta e sepolta.
Nel posto in cui vivo, le ho contate giusto per curiosità, le attività consentite e praticabili non arrivano al numero di dieci.
In quella che considero come la mia personalissima cella si può: mangiare (e bere), leggere, scrivere, dormire, ascoltare musica, ballare, fare esercizi yoga e drogarsi.
Sono tutte funzioni che sto imparando a svolgere, piuttosto bene a dire la verità, nella più completa autonomia, in totale solitudine.
— E per fare l'amore? — mi ha chiesto qualcuno.
— Fare l'amore da solo non mi interessa, ma per amarmi, comunque, ho scelto di ricorrere alle droghe — ho risposto con tutta la sincerità e la spontaneità in mio possesso.